Nel mondo dell’edilizia e della riqualificazione energetica, i termini “lastrico solare” e “terrazzo” vengono spesso utilizzati in modo intercambiabile, generando confusione. Tuttavia, le differenze tra le due superfici sono sostanziali, soprattutto in un’ottica di valorizzazione immobiliare e di utilizzo per impianti fotovoltaici.
Se sei proprietario di un capannone dismesso o di un edificio industriale, è fondamentale comprendere le caratteristiche di questi spazi per cogliere nuove opportunità di investimento.
Con il termine lastrico solare si indica una superficie piana posta sulla sommità di un edificio, generalmente priva di copertura e accessibile solo per esigenze di manutenzione o ispezione. A differenza del tetto, che può essere inclinato e non calpestabile, il lastrico è una struttura orizzontale, calpestabile, spesso realizzata in cemento armato e destinata a fungere da copertura all’ultimo piano dell’edificio.
Dal punto di vista legale e catastale, il lastrico solare è un bene comune se funge da copertura per tutto l’edificio, salvo che il titolo di proprietà indichi diversamente. In ambito industriale, i lastrici sono frequentemente presenti su edifici produttivi, capannoni o strutture dismesse e rappresentano una risorsa strategica per lo sviluppo di impianti fotovoltaici di grande taglia.
Sebbene entrambe siano superfici piane collocate sulla parte superiore di un edificio, terrazzo e lastrico solare hanno funzioni e caratteristiche differenti.
Il terrazzo è una parte accessibile e vivibile dell’edificio, spesso dotata di parapetti, arredi e destinata all’uso quotidiano degli occupanti. In molti casi è totalmente o parzialmente coperto e appartiene in maniera esclusiva a una singola unità abitativa.
Il lastrico solare, invece, è tipicamente privo di arredi, non ha una destinazione abitativa e la sua funzione principale è quella di proteggere la struttura sottostante. È qui che entra in gioco il suo potenziale: se inutilizzato, può essere valorizzato attraverso impianti fotovoltaici, portando vantaggi concreti al proprietario e alla collettività.
Un’altra distinzione importante è quella tra tetto e lastrico solare.
Il tetto, specie nelle costruzioni residenziali o rurali, è spesso inclinato, non calpestabile e dotato di manto di copertura (tegole, lamiere, ecc.). Al contrario, il lastrico solare è una struttura piana, solida, calpestabile e progettata per garantire l’impermeabilizzazione della copertura.
Non tutti i lastrici solari sono idonei a ospitare impianti fotovoltaici. Per rientrare nei criteri di Sunprime, i lastrici devono:
Laddove queste condizioni siano soddisfatte, Sunprime è in grado di intervenire attraverso l’acquisizione di un diritto reale di superficie trentennale per l’installazione dell’impianto, senza alcun costo a carico del proprietario.
Dal punto di vista catastale, il lastrico solare non è quasi mai accatastato come unità autonoma, a meno che non abbia una destinazione d’uso specifica o un accesso esclusivo. Nella maggior parte dei casi, è incluso nella particella dell’edificio che copre, come bene comune, oppure è indicato nei dati dell’unità immobiliare a cui è asservito.
Questa distinzione è rilevante anche in sede contrattuale: per procedere alla valorizzazione del lastrico solare tramite installazione fotovoltaica, è necessario accertare la titolarità del diritto di proprietà o comunque la facoltà legale di concedere il diritto di superficie.
Grazie alla crescente richiesta di energia proveniente da fonti rinnovabili e alla semplificazione normativa in materia autorizzativa, oggi è possibile valorizzare i lastrici solari inutilizzati in modo semplice e sicuro. Se desideri scoprire le potenzialità del tuo immobile, non esitare a contattare il nostro team di esperti per ricevere una consulenza personalizzata.
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